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Il Garante della privacy ammette le password vocali

Via libera del Garante della privacy all'utilizzo dei dati biometrici come base per generare password. In particolare, il meccanismo sottoposto dalla Michelin Italia all'Authority riguarda l'uso della voce dei dipendenti come parametro per impostare automaticamente i codici di accesso ai sistemi informativi della società. L'Autorità è, inoltre, intervenuta per bloccare la pubblicazione su Internet di graduatorie di concorso separate per gli invalidi civili.

Riguardo alla prima questione, il Garante ha valutato che il meccanismo –per quanto basato sui dati biometrici, ai quali va riservata particolare attenzione perché un loro uso illecito può provocare rilevanti danni agli interessati – è in linea con le norme sulla privacy. Il sistema prevede, infatti, l'elaborazione delle impronte vocali del dipendente, effettuato per conto della Michelin da una società con server in Germania. Viene previsto che l'utente parli al telefono con il sistema, pronunciando per quattro volte tre coppie di parole scelte da una lista di 4mila vocaboli.
Le informazioni così raccolte costituiscono il modello di riferimento della voce (il template), che il sistema confronta con le parole pronunciate dal dipendente ogni volta che intende modificare la password di accesso ai sistemi informativi della Michelin. In tal modo il sistema accerta l'iden-tità dell'utente, genera automaticamente un nuovo codice di accesso e lo comunica al dipendente. Secondo la Michelin, il timbro della voce non può essere riprodotto e non è possibile riutilizzarne altrove il profilo. E ciò ha convinto il Garante a dire sì, anche se sono state prescritte appropriate misure di sicurezza ed è stato imposto di cancellare, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, i dati del dipendente.

Con un secondo provvedimento, l'Autorità ha imposto a due sedi provinciali del ministero dell'Istruzione di cancellare dal sito Internet le graduatorie separate riservate a persone appartenenti a categorie protette. L'iniziativa era già stata censurata dal ministero, perché eccedenterispetto all'obiettivo di pubblicazione delle graduatorie e soprattutto perché in grado di rivelare notizie sullo stato di salute degli interessati. Non tutti gli uffici provinciali si erano però adeguati. Il Garante è dunque intervenuto sui ritardatari.





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