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Arrivano i Big Brother Awards, Un oscar ai cattivi della privacy

Privacy, "the right to be let alone". La definiva così Louis Brandeis, il giurista statunitense che per primo se ne è occupato. Sinteticamente, si tratta del diritto di ognuno alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata. E che oggi, con l'esplodere della lotta contro la pirateria, è seriamente messo in dubbio da discutibili soluzioni di "sicurezza".

Ne sono un esempio i Drm, digital Rights managements. Inizialmente ideati per evitare la copia illegale dei file, di fatto spiano l'uso che l'utente fa di una canzone regolarmente acquistata. Un piccolo Grande Fratello, al cui occhio (orecchio, in questo caso?) attento non si sfugge. Curiosamente, però, questi casi tendono a sfuggire all'occhio attento dell'opinione pubblica.



Ed è per questo che nascono i Big Brother Awards. Un premio in negativo, presente da anni in 12 paesi, la cui versione italiana è organizzata dall'associazione per la difesa della privacy Winston Smith (il nome è un omaggio al protagonista di 1984). Da assegnare a chi - azienda o individuo - ha fatto del suo peggio per danneggiare la privacy nel corso del 2006. E, soprattutto, un modo per far conoscere al pubblico fatti e misfatti di enti, aziende e istituzioni in materia di riservatezza. Il 2 aprile è scattata la corsa alle nominations - chiunque lo puo' proporre partendo da questa pagina - la cui raccolta terminerà il 20 aprile. Tra il primo e il 4 maggio, infine, una giuria deciderà gli awards per ogni categoria.



"In una situazione in cui la privacy è fatta continuamente a polpette dalle nuove tecnologie e da discutibilissime iniziative di "sicurezza" - spiegano gli organizzatori - il Big Brother Awards vuole puntare il dito contro chi opera in prima linea contro la privacy, beneficiando spesso del fatto che mai come in questo periodi i "riflettori" della pubblica attenzione sono lontani da questi argomenti."



Lo scorso anno, tra i "premiati", Enzo Mazza, della Federazione dell'Industria Musicale Italiana, per "aver fornito un contributo sostanziale al gravissimo tentativo di far rispettare "per procura" la legge sul diritto d'autore" e Mauro Masi, della Presidenza del Consiglio, "per avere bloccato i lavori della commissione sul diritto d'autore". Ma anche l'Ufficio del Garante della Privacy, che "in virtù dell'art.158 del DLGV 196/03 ha l'autorità di entrare nei domicili privati anche in assenza di un procedimento penale, fuori del controllo della magistratura". E il consorzio Trusted Computing, che sta progettando "una piattaforma di tecnocontrollo pervasivo, finalizzata all'imposizione senza limiti, e quindi irragionevole e dannosa, del diritto d'autore delle opere digitali".



Ma la versione italiana ha anche un premio in positivo. Si chiama "Winston Smith, eroe della Privacy", ed è dedicato a chi combatte perché non venga calpestato il diritto alla riservatezza. Nel 2005 era stato assegnato a Stefano Rodotà. Lo scorso anno l'ha vinto No1984. org: "un gruppo spontaneo ed informale che si propone di pubblicizzare, informare e contrastare la diffusione della piattaforma denominata Trusted Computing".


... da repubblica.it




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