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La legge le mail dei provinciali

Approvate in giunta le procedure tecniche per entrare nei computer in assenza del titolare
"Ci debbono essere solo testi di lavoro, la privacy non c’entra". Ma la Uil ha molti dubbi




Ora Lorenzo Dellai può leggere, all’occorrenza, le e-mail dei dipendenti provinciali accedendo ai loro pc. La giunta venerdì scorso ha approvato "la procedura operativa per accedere a dati e caselle di posta di un utente in sua assenza". Insomma il Grande Fratello (quello di Orwell, mica il reality) si muove tra le scrivanie dell’ente pubblico. La possibilità era stata prospettata tempo fa ai sindacati ma adesso è realtà grazie a tre dettagliati regolamenti portati in giunta da Dellai in persona.


Una scelta che aveva sollevato perplessità e dubbi legati alla privacy. Ma al quali Dellai aveva risposto citando una sentenza che dava ragione alla Provincia e motivi di opportunità: -Deve essere chiaro a tutti che sui personal computer dell’ente pubblico ci può stare solo la corrispondenza di lavoro, quella legata al proprio servizio di appartenenza. Non è pensabile che sugli indirizzi mail della Provincia ci siano lettere personali per le quali, eventualmente, sin utilizzeranno a casa i propri computer-.


Il presidente, con delibera, prima autorizzava i dirigenti ad entrare nel computer dei sottoposti in caso di necessità tecniche, come il"settaggio" di eventuali programmi o lo sblocco di funzioni andate in tilt, raccomandando la massima cautela e privacy, Ora anche a leggere le mail: -Ma come si può essere certi che i propri dati riservati rimangano tali anche dopo queste visite?- obbietta il segretario generale della Uil Ermanno Monari. Va detto, infatti, che più di un dipendente si è rivolto al sindacato per chiedere lumi sull’opportunità di una simile trovata. Anche perché, un paio di anni fa, si erano già registrate proteste per l’installazione di un programma spia"Agent" nel computer dei dipendenti della Provincia.-



Ed ora? Il dirigente preposto al servizio di manutenzione non sarà tentato dal dare una sbirciatina alle e-mail del collega, a verificare eventuali collegamenti ad Internet o, più semplicemente, dallo"sfogliare" le varie foto impostate come salvaschermo? Dubbi sull’opportunità di una simile operazione ce ne sono. Anche perché saranno i dirigenti ad intervenire in tempi rapidi sulle scrivanie dei dipendenti- osserva Monari.

Sia come sia, l’"amministratore" (così è chiamato il dirigente o il suo incaricato che possiede le chiavi per entrare nei computer dei colleghi) è era già attivo, in via sperimentale, in un paio di servizi.

Nella nuova procedura "c" approvata in giunta il punto 3.1 è spiegato il punto controverso: "Accesso a dati presenti sul server o Pc in cartella ad accesso limitato ad un solo utente in assenza dell’incaricato titolare dei permessi di accesso. Qualore si presenti la necessità di accedere a dati contenuti in una cartella protetta presente sul server e gli invaricati abilitati all’accesso a tale cartella siano irreperibili, il responsabile del trattamento (il dirigente) può chiedere che il proprio account e/o quello di altri incaricati siano abilitati all’accesso a tale cartella". E la posta elettronica? E’ il punto 3.2: -Qualora si presenti la necessità di accedere a dati contenuti in una casella di posta elettronica ed il titolare della casella sia irreperibile il dirigente può essere abilitato ecc. ecc-.



... da espresso.repubblica.it




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